Trump aims for a new global order | Trump punta ad un nuovo ordine globale

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All this, evidently, presupposes the establishment of agreements and, above all, the willingness of the United States to scale down its current supremacy. To reach the necessary understandings, America seems ready to make a generous offer—accepting a resolution to the Russia–Ukraine war that does not depend on Kyiv reconquering lost territories, a goal deemed impossible by most analysts. China, meanwhile, would be appeased by softening Washington’s support for Taiwan.


Come se lo immagini, possiamo solo intuirlo, considerando le sue mosse, le dichiarazioni rese nel corso degli anni e gli obiettivi che si è dato nella politica americana.


È molto probabile che nella visione di Trump la pace e la sicurezza mondiali non possano più essere la missione dei soli Stati Uniti. Serve invece un direttorio delle grandi potenze, del quale l’America sarebbe soltanto il primus inter pares e non più l’egemone.

Non è un’idea nuovissima, visto che un progetto molto simile fu accarezzato e descritto anche da Henry Kissinger nell’ultimo saggio scritto prima di morire. Ma Trump è intenzionato a tradurlo in realtà. Tutto questo, evidentemente, presuppone il ricorso a degli accordi e, soprattutto, la disponibilità degli Stati Uniti a ridimensionare la loro attuale supremazia.

Per raggiungere le intese che occorrono, l’America sembrerebbe pronta ad una offerta generosa, accettando una soluzione alla guerra russo-ucraina che prescinda dalla riconquista dei territori persi da Kiev, peraltro ritenuta impossibile anche dalla maggior parte degli analisti.


La Cina verrebbe invece blandita attenuando il supporto di Washington alla causa di Taiwan. La concorrenza geopolitica a tutto spettro dovrebbe a quel punto cedere il campo ad una gestione cooperativa dei problemi di sicurezza che potrebbe ispirarsi alla logica del Congresso di Vienna indetto dopo la sconfitta di Napoleone.


Anche sul piano economico, la competizione estrema degli ultimi decenni dovrebbe essere sostituita da forme di commercio manovrato volte a tutelare la sopravvivenza di significative capacità manifatturiere in ogni maggiore potenza del pianeta.
Se la strategia funzionasse e questi traguardi venissero effettivamente conseguiti, Trump potrebbe davvero dedicarsi alla ricostruzione interna degli Stati Uniti per realizzare la quale ha chiesto per ben tre volte il voto degli americani.
È questa la cornice in cui dovrebbero essere letti gli sviluppi ai quali stiamo assistendo sulla scena diplomatica.

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