James Senese, addio al padre del Neapolitan Power | James Senese, farewell to the father of Neapolitan Power

farewell to James Senese
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James Senese ha lasciato questo mondo nella sua Napoli il 29 ottobre 2025, all’età di ottant’anni.


La notizia chiude una vita, ma non chiude un suono, perché in quarant’anni di musica non ha solo interpretato la città, l’ha resa sonora, ascoltata, accordata. Ha trasformato il suo rumore in voce, la sua sopravvivenza in partitura, e le sue ferite in lessico.


La sua musica nasce nella periferia, nel miscuglio del sangue, nel non appartenere mai del tutto a un’unica origine. Figlio di madre napoletana e padre afroamericano, cresciuto “né di qua né di là”, Senese trasformò quella ferita – più volte vissuta in adolescenza- in firma, quella identità sospesa in linguaggio. Figlio di un’America che lo guardava da lontano e di una città che lo pretendeva vicino, ha abitato l’identità come contraddizione fertile: radice e frontiera, appartenenza e scarto, Sud feroce e universale.


Con Napoli Centrale, nel 1975, non “portò” il jazz in dialetto. Non copia degli Stati Uniti, non folklore locale, ma una nuova grammatica emotiva: funk, jazz, politica, carne, spiritualità e lotta. Il Neapolitan Power fu un movimento musicale, una cittadinanza sonora.


Il suo sax raccontava il posto da cui veniva e il mondo che lo aveva guardato come straniero. In studio e sul palco aveva sempre la postura di chi non vuole piacere, ma dire. La sua “americanità” non era estetica, ma biologica; la sua napoletanità non era folclore, ma radice. Da quell’incastro è nata la rivoluzione: periferia che diventa verbo, sudore che diventa leggenda.
Per questo chi lo ha ascoltato dal vivo non parla di un concerto, ma di una vera e propria convocazione: chi suonava con lui non lo accompagnava, lo attraversava.


Oggi la sua scomparsa lascia un vuoto raro, perché non riguarda solo un artista ma un orizzonte. Il suo linguaggio era più grande del suo repertorio, e la sua musica più grande del mercato. Molti hanno provato a raccontare Napoli: lui è stato uno dei pochi ad averla incarnata, a volte persino prima di comprenderla.


Ci sono musicisti che lasciano dischi, Senese lascia un movimento. Non è solo scomparso un musicista: è venuta a mancare una delle ultime voci che non raccontavano il mondo dall’esterno, ma dall’interno della ferita e della gloria. Ora quel sax si è fermato, tace, ma l’eco no. Continuerà a passare di mano in mano come un’eredità.


Per chi volesse dare un ultimo saluto al Maestro James Senese, le esequie si terranno domani 30 ottobre alle ore 12 presso la Parrocchia Santa Maria Dell’Arco in Piazza Madonna dell’Arco, 8 a Miano

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